Tutti abbiamo una responsabilità nei confronti dell’ambiente.
Soprattutto le grandi aziende. In natura nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma. Come la frutta che diventa succhi o confetture.
Da tempo in Zuegg parole come acqua, energia e rifiuti hanno smesso di essere semplici indici di costo per divenire voci di bilancio ovvero parti integranti di un processo che vogliamo sostenibile per noi e per l’ambiente che ospita i nostri frutteti.
Sin dal 2001, Il presidente Oswald Zuegg ha impostato lo sviluppo del Gruppo su valori di sostenibilità volti alla salvaguardia dell’ambiente. Da quella data il personale di tutti gli stabilimenti, dal direttore al più specifico operatore, partecipa, attraverso una apposita rete intranet, al monitoraggio dei parametri energetici e ambientali come acqua potabile, energia elettrica, gas metano, emissione di CO2 e rifiuti prodotti.
Il 2018 è l’anno in cui la nostra politica ambientale viene completamente integrata nei nostri processi produttivi diventando un modello di business condiviso con tutte le persone che lavorano in azienda. Obiettivo strategico dell’azienda diventare prevenire, controllare e ridurre gli impatti ambientali che risultano dall’attività che svolge.
Nel 2019, adottiamo a Verona una nuova strategia di approvvigionamento di energia esclusivamente da fonti rinnovabili.
Sempre nello stesso anno, lo stabilimento di Werneuchen inizia a testare in anteprima un nuovo sistema di gestione energetica certificato volto a monitorare attimo per attimo tutte le prestazioni complessive.
Quando produci cose buone da mangiare, più la filiera è corta, meno sarà l’impatto sull’ambiente. Il nostro è zero, e non lo diciamo per dire.
Vi abbiamo già raccontato di come coltiviamo gli alberi sulle colline dell’Irpinia e di come produciamo la confettura e i succhi di frutta alla loro stessa ombra. Se non avete ancora letto quest’articolo, vi abbiamo appena svelato la prima morale che non appartiene a una favola.
“Dall’albero alla tavola” è una storia vera, è il nostro progetto di approvvigionamento e di gestione autonoma della frutta, una filiera integrata a km 0. È facile immaginare come un percorso così breve, che non presuppone trasporti lunghi inquinanti, sia realmente eco-sostenibile.
Uno stabilimento, per funzionare, ha bisogno prima di tutto di elettricità; è chiaro che la prima cosa da fare è reperirla quanto più possibile da fonti rinnovabili, garantite non millantate. Come combustibile, invece, abbiamo scelto il gas metano, che essendo fossile non solo è prestante ma è anche pulito.
Ma, in un processo di produzione realmente eco, niente vive una volta sola e tutto rinasce. Il 98% dei nostri scarti organici, per esempio, diventano biomassa e nutrimento per gli allevamenti. Gli altri rifiuti sono cartone, plastica, acciaio: oro, in realtà, per l’industria del riciclo.
Però, per prendersi cura come si deve dell’ambiente, bisogna essere anche curiosi, creativi, coraggiosi. Tutti mezzi termini per non dire ‘folli’. Come quando abbiamo cominciato a lavare l’acqua. Sì, a Luogosano facciamo anche questo.
Ogni azienda alimentare si avvale di impianti per la filtrazione delle acque. Generalmente sono meccanismi industriali che consumano troppa energia. A che vantaggio, quindi, purificare una cosa per contaminarne un’altra?
Ci serviva una soluzione migliore e ne abbiamo sperimentata una: un sistema di fitodepurazione completamente naturale. Non sembra vero ma esiste ed è un processo di filtrazione basato sull’utilizzo di piante acquatiche in grado di creare l’habitat giusto per i microorganismi che assorbono le sostanze inquinanti.
Noi abbiamo scelto la lenticchia e, per lavare la nostra frutta, prendiamo l’acqua del fiume Calore, che passa proprio lì, tra i nostri campi, e la depuriamo tra le piante che la filtrano come farebbe un semplice setaccio.
È così che l’acqua arriva limpida nelle nostre vasche di lavaggio e dà inizio a quel meraviglioso processo di preparazione della marmellata.
Sembra un meccanismo così perfetto, ma noi non smettiamo mai di monitorare il nostro bilancio ambientale.
E se possiamo fare di più, lo scopriremo presto.
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