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Le mele: il frutto del nostro lavoro.

Le mele: il frutto del nostro lavoro.

C’è la mela di Adamo, quella di Biancaneve, di Guglielmo Tell, di Isaac Newton, la mela dei computer, quella dei Beatles, quella della città più grande degli Stati Uniti d’America e varie altre mele che non hanno niente a che vedere con quelle che si mangiano.

Ma a noi interessano solo quelle che crescono sugli alberi: le Golden, le Fuji, le Renette, le Stark, le Royal Gala e circa altre duemila varietà che ci permettono di avere la mela giusta per ogni utilizzo e in ogni periodo dell’anno.

La mela, senza dubbio, è il frutto più iconico della storia e della tavola. 

In verità, è il frutto più iconico anche dei nostri frutteti. Prima di tutto perché la nostra storia di produttori di confetture parte proprio dalle mele: dopo averle coltivate insieme ad altra frutta per oltre 60 anni, nel 1917 abbiamo avviato i primi esperimenti di trasformazione della frutta provando a fare la marmellata di mele. 

Nel tempo ci siamo specializzati in qualunque tipo di frutta, tranne il Jackfruit, del Jackfruit non sappiamo nulla se non come si pulisce, lo abbiamo visto nei Reel di Instagram. Ci siamo specializzati in tutta la frutta – dicevamo – ma continuiamo a coltivare meleti in tutta Italia e a produrre semilavorati che utilizziamo anche per i succhi di frutta. 

Ed è facile. Perché, nonostante sia un frutto leggendario, pieno di storia e di simbolismo, la mela resta umile. 

È un frutto semplice, poco esigente e molto resistente, si adatta a diversi climi e a tutti i tipi di terreno. Per non parlare del fatto che è anche un frutto destagionalizzato e che si conserva a lungo dopo la raccolta. Con un buon meleto si può avere frutta fresca quasi tutto l’anno. E avere un buon meleto non è per nulla difficoltoso. L’importante è garantirgli una buona esposizione al sole ma non al vento e una costante irrigazione; sopporta il caldo e il freddo e vive bene nei filari più fitti.

Una potatura di formazione una tantum, una di rinnovo a ogni autunno, una di produzione in pieno inverno e una potatura verde in estate. 

Un’ultima accortezza che bisogna avere è di stampo affettivo, ovvero bisogna garantire agli alberi le condizioni per una regolare impollinazione. Quando si dice l’altra metà del melo.

Tutto il resto, poi, il melo lo fa da solo: fiorisce e fruttifica lungo il ciclo delle stagioni.

Ed è qui che torniamo in scena noi con la raccolta. 

Quando arriva il momento giusto, e questo dipende dal clima e dalla varietà di pianta, scendiamo nei frutteti e facciamo quello che solo un agricoltore può letteralmente dire di fare: raccogliamo il frutto del nostro lavoro.

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