Oggi vi portiamo insieme a noi a fare un giro tra i frutteti di Luogosano, per raccontarvi un’estate italiana, ma nei campi.
Siete pronti?
Vestitevi leggeri, mettetevi le scarpe adatte e non dimenticate la crema solare: si parte all’alba!
L’orario.
Anche qui potrebbe sembrare il solito cliché del contadino che si sveglia prestissimo, ma d’estate è praticamente un orario obbligato perché i campi sono esposti e farebbe veramente troppo caldo da mezzogiorno in poi.
Ma se è vero che la terra richiede sacrificio, è altrettanto vero che il mattino ha la confettura in bocca: i nostri sforzi saranno ripagati dal vostro piacere a colazione.
L’irrigazione.
Verrebbe spontaneo pensare che la prima cosa da fare, visto il caldo, sia irrigare molto in modo che la frutta maturi e possa essere colta più velocemente. In realtà, grazie all’innesto giusto, parte degli alberi dei nostri frutteti non viene annaffiata, ma cresce naturalmente grazie alla disponibilità idrica del suolo. Per le piante che invece necessitano di più irrigazione, come i melograni, abbiamo realizzato un efficace impianto di tubi gocciolatori e pacciamatura con plastica riflettente che permette a queste piante di utilizzare il 30% di acqua in meno.
Ma perché è importante utilizzare poca acqua, soprattutto d’estate?
Perché l’acqua, a maggior ragione al Sud, è una risorsa preziosissima e i frutti che crescono grazie a un apporto di acqua più contenuto mantengono più facilmente quelle proprietà che li rendono così gustosi quando diventano confettura o succo di frutta.
Albicocche, pesche e fichi: la raccolta.
Se si raccoglie sempre quello che si semina, l’estate è il momento della resa dei conti.
Questo è il periodo di albicocche, pesche e fichi, anche di qualche varietà di mela, quelle più precoci, che verranno promosse senza nemmeno essere interrogate.
Non appena i frutti sono maturi al punto giusto, vengono subito raccolti. E anche quando la stagione è stata particolarmente generosa, lo facciamo rigorosamente a mano. È solo così che si preserva l’integrità dei prodotti e anche di certe tecniche agronomiche, quelle su cui non ci piove.
Le ore meno calde della giornata sono quelle più indicate, è giusto così ed è anche più romantico. Se fossimo dei fotografi la chiameremmo golden hour, quella in cui tutto diventa più bello e, nei campi, anche più buono.
Appena finita la raccolta, non c’è tempo da perdere: la frutta viene portata allo stabilimento per la lavorazione, lunghe file di trattorini arrivano dai campi carichi di quella bella frutta fresca e succosa che diventerà confettura e porterà anche nei vostri inverni tutto il profumo dell’estate italiana.
Le mele, le pere e la preparazione del terreno.
Nei campi, però, non esistono ferie estive. Finita la raccolta, c’è ancora un gran da fare.
Prima di tutto bisogna pensare agli alberi: dopo il raccolto, molti devono essere potati per farli crescere, un po’ come quando andiamo dal parrucchiere. Bisogna poi occuparsi di quello che resta, i materiali di scarto organici che vengono trasformati in biomassa e nutrimento per gli allevamenti.
Nel frattempo, gli agricoltori si prendono cura del terreno e lo preparano alla stagione successiva.
Finito di fare tutto questo, sarà già arrivato l’autunno e sarà il turno degli altri frutti: le pere, per esempio, e molte varietà di mele. Si torna alla partenza e si ricomincia daccapo, perché la nostra filiera sarà anche corta, ma non si ferma mai.
Vi state chiedendo quando andiamo in ferie noi?
Sembrerà assurdo, ma quando si parla di vacanza, la natura non conosce stagione.
Altrimenti negli alberghi non ci sarebbero quelle confetturine assortite che vi piace tanto mettere sui vostri vassoi della colazione e, a volte, anche nelle vostre borse per lo spuntino.